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LA SINDROME DI LUKACS. L'Italia non è un paese per sociologi

Video-incontro con Franco Ferrarotti di venerdì 15/06/2012

Il profeta del profeta, così potrebbe essere definito il professor Franco Ferrarotti, il decano dei sociologi italiani, che visse la straordinaria avventura di farsi innovatore accanto al principe dei visionari, quale fu appunto Adriano Olivetti. Del leader del gruppo industriale di Ivrea infatti Ferrarotti fu collaboratore ed ispiratore, oltre che motore della sua iniziativa politica. Più che al testimone di quella straordinaria avventura è al co protagonista che chiediamo una sua analisi di quel passaggio che vogliamo contestualizzare nel nostro presente.

Sociologo. Professore emerito dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Nato il 7 aprile 1926 in Piemonte, si è laureato in filosofia all'Università di Torino, nell'anno accademico 1949-1950, con una tesi su "La sociologia di Thorstein Veblen", di cui aveva tradotto La teoria della classe agiata.

Duramente criticato da Benedetto Croce ne "Il Corriere della Sera" del 15 gennaio 1949, alla stroncatura crociana replica con due saggi nella "Rivista di Filosofia". Compie studi di perfezionamento a Parigi, Londra e Chicago. È fra i fondatori del Consiglio dei Comuni d'Europa a Ginevra nel novembre 1949.

Con Nicola Abbagnano l'amicizia lo porta, nel 1951, a fondarei "Quaderni di Sociologia" a cui da un seguito nel 1967, fondando anche la rivista di cui è ancora direttore, "la Critica Sociologica".

A partire dal 1948 fino alla scomparsa di Adriano Olivetti, nel febbraio del 1960, Ferrarotti è uno dei suoi piú stretti collaboratori, in un incontro nello stesso tempo politico, ideologico, spirituale e ideale, avvenuto sulla «strada dell'utopia». L'utopia era legata a una grande sfida progettuale: industrializzare Ivrea senza distruggere l'ambiente; sviluppare il Canavese senza stravolgerne l'anima contadina. Una sfida «locale» che incontrava tuttavia i grandi scenari «globali»: lo sviluppo della democrazia industriale in Europa, la politica delle grandi fondazioni americane; la crescita della cultura delle scienze sociali come strumento di innovazione nella società e nell'impresa.

È deputato indipendente al Parlamento per la Terza Legislatura (1958-1963) in rappresentanza del Movimento Comunità dello stesso Adriano Olivetti.

Non si ripresenta per la rielezione, avendo deciso di dedicarsi in piena autonomia allo studio e alla ricerca.

Ottiene la prima cattedra di sociologia in Italia nell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" nel 1960, a seguito del primo concorso bandito in Italia per questa disciplina, risultando storicamente primo titolare di una cattedra di sociologia in Italia. Dal 1957 al 1962 è direttore della Divisione dei Fattori Sociali nell'O.E.C.E., ora O.C.S.E., a Parigi. Nel 1965 è Fellow del "Center for the Advanced Study in the Behavioral Sciences" a Palo Alto, California.

Visiting Professor presso molte università europee e nordamericane, in Russia, Giappone e America Latina. Nel 1978 è nominato "Directeur d'Etudes" alla Maison des Sciences de l'Homme a Parigi. Medaglia d'oro al merito della Cultura. Membro della New York Academy of Sciences.

Attualmente dirige "la Critica Sociologica", da lui fondata nel 1967, ed è coordinatore del "Dottorato in Teoria e Ricerca Sociale" nell'Università di Roma "La Sapienza". È autore di numerosi libri e pubblicazioni, in buona parte tradotti all'estero. Nel giugno 2001 è stato insignito del Premio per la Sociologia dall'Accademia Nazionale dei Lincei.